AWS vs Azure vs Google Cloud – Confronto dettagliato tra i giganti del cloud

AWS vs Azure vs Google Cloud – Confronto dettagliato tra i giganti del cloud
AWS vs Azure vs Google Cloud – Confronto dettagliato tra i giganti del cloud – Foto Unsplash

Negli ultimi anni, l’adozione del cloud computing è diventata fondamentale per aziende di ogni dimensione. Le tre principali piattaforme che dominano il mercato globale del cloud sono Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform (GCP). Ognuna offre un’ampia gamma di servizi, vantaggi e strumenti unici. Tuttavia, scegliere tra queste può essere una decisione difficile e complessa. In questo articolo, analizzeremo in profondità queste tre piattaforme, confrontandole su vari aspetti per aiutare le aziende e gli sviluppatori a prendere decisioni informate.

Panoramica generale

Amazon Web Services (AWS)

Lanciato nel 2006, AWS è il pioniere del cloud computing. Con una vasta gamma di servizi e una presenza globale estesa, AWS è oggi il leader indiscusso del mercato.

  • Data center globali: 32 regioni, 102 zone di disponibilità (2025).
  • Servizi principali: EC2, S3, RDS, Lambda, DynamoDB, SageMaker.
  • Clienti principali: Netflix, Airbnb, NASA, Samsung.

Microsoft Azure

Lanciato nel 2010, Azure ha beneficiato enormemente dell’infrastruttura Microsoft esistente e dell’integrazione con prodotti come Windows Server, Active Directory, Office 365 e Dynamics 365.

  • Data center globali: 60+ regioni.
  • Servizi principali: Virtual Machines, Blob Storage, Azure SQL, Azure DevOps, AI Studio.
  • Clienti principali: BMW, eBay, Coca-Cola, HP.

Google Cloud Platform (GCP)

Google ha ufficialmente lanciato GCP nel 2008, con un focus particolare su big data, intelligenza artificiale e machine learning. GCP sfrutta l’infrastruttura che alimenta anche prodotti come YouTube e Google Search.

  • Data center globali: 40 regioni.
  • Servizi principali: Compute Engine, Cloud Storage, BigQuery, Vertex AI, Firebase.
  • Clienti principali: Spotify, Snapchat, PayPal, Twitter.

Offerta di servizi

Quando si parla dell’offerta di servizi, AWS, Azure e Google Cloud presentano un catalogo ricco e in continua espansione, capace di coprire ogni possibile esigenza nel panorama IT moderno. Amazon Web Services vanta la gamma di servizi più ampia e matura, frutto di quasi due decenni di esperienza nel settore. Le sue soluzioni spaziano dal calcolo elastico con EC2, al serverless computing con Lambda, fino alla gestione containerizzata avanzata tramite ECS e EKS. L’infrastruttura di storage si fonda su Amazon S3, uno standard di riferimento nel settore per l’object storage, affiancato da Glacier per l’archiviazione a lungo termine e da servizi specializzati come EBS e FSx. In ambito database, AWS offre soluzioni altamente scalabili come DynamoDB per NoSQL, RDS per database relazionali, e Redshift per analisi ad alte prestazioni.

Azure, invece, ha puntato su un’integrazione profonda con l’ecosistema Microsoft, risultando particolarmente attrattivo per le imprese già radicate nell’uso di Windows Server, Active Directory o SQL Server. La sua piattaforma di calcolo, composta da Virtual Machines, Azure Functions e App Services, garantisce flessibilità sia per applicazioni legacy che per architetture cloud-native. L’offerta di archiviazione, come Azure Blob Storage, è concepita per integrarsi fluidamente con strumenti di analisi e backup, mentre Cosmos DB rappresenta una delle soluzioni più avanzate nel mondo NoSQL con replicazione globale. Lato analisi, Azure Synapse Analytics consente di lavorare in modo avanzato con big data.

Google Cloud Platform, infine, si distingue per un focus tecnologico spinto su dati, intelligenza artificiale e developer experience. La piattaforma di calcolo Compute Engine garantisce alte prestazioni e semplicità, mentre GKE (Google Kubernetes Engine) rappresenta lo standard per la gestione di container in ambienti produttivi. Il servizio di archiviazione Google Cloud Storage eccelle per affidabilità e velocità di accesso, e si integra naturalmente con BigQuery, lo strumento principe per analisi su larga scala. In ambito AI, Google ha una proposta fortemente innovativa con Vertex AI, TensorFlow, AutoML e strumenti di NLP che sfruttano le competenze all’avanguardia di Google nella ricerca scientifica.

Prezzi

La struttura dei prezzi rappresenta un aspetto decisivo nella scelta di un provider cloud, ma è anche uno degli elementi più complessi da interpretare. AWS propone un modello di pricing estremamente granulare, in cui ogni componente — CPU, memoria, traffico in uscita, operazioni di I/O — viene tariffato separatamente. Questa flessibilità consente una personalizzazione elevata delle risorse, ma allo stesso tempo può portare a costi non facilmente prevedibili se non si ha un monitoraggio continuo delle risorse utilizzate. Per mitigare ciò, AWS offre piani riservati con sconti significativi per chi si impegna su lungo periodo, oltre a un livello gratuito che permette di sperimentare molti servizi con limiti ben definiti.

Azure, in linea generale, presenta una struttura di prezzo competitiva, specialmente per le aziende che già utilizzano licenze Microsoft attraverso il programma Azure Hybrid Benefit. Questa opzione consente di riutilizzare licenze esistenti per ottenere notevoli risparmi su macchine virtuali e database. Anche Azure applica sconti per utilizzi prolungati, ma in alcuni casi i costi associati a trasferimenti di dati o funzionalità avanzate possono aumentare in modo significativo, soprattutto se non si tiene sotto controllo il dimensionamento dell’ambiente.

Google Cloud, dal canto suo, ha adottato un approccio semplificato e trasparente, cercando di ridurre la complessità per i clienti. Una delle sue caratteristiche più apprezzate è lo sconto automatico per uso continuato (sustained use discounts), che premia gli utenti che mantengono attivi i servizi per lunghi periodi senza bisogno di contratti anticipati. Inoltre, GCP tende ad essere molto competitivo per carichi di lavoro orientati all’analisi dati e all’apprendimento automatico, offrendo un rapporto costo/prestazioni molto favorevole. Il livello gratuito di GCP è anch’esso molto generoso, soprattutto per progetti di sviluppo e prototipazione.

Prestazioni e affidabilità

Le prestazioni e l’affidabilità sono due pilastri fondamentali nel mondo del cloud computing, e tutti e tre i provider hanno investito enormemente per garantire livelli di servizio elevati e consistenti. AWS, con la sua infrastruttura distribuita in decine di regioni e centinaia di zone di disponibilità, si posiziona in cima alla classifica per resilienza e copertura globale. L’architettura multi-region consente di costruire applicazioni altamente disponibili con ridondanza geografica, mentre la latenza ridotta è frutto di una rete proprietaria che collega i data center in tutto il mondo. Le prestazioni delle sue istanze EC2 sono altamente configurabili e scalabili in tempo reale, supportando anche workload molto intensivi in ambito scientifico e finanziario.

Microsoft Azure ha compiuto progressi significativi nella sua infrastruttura, migliorando sensibilmente la qualità del servizio negli ultimi anni. Sebbene in passato abbia subito alcuni downtime noti, oggi offre una piattaforma solida, con supporto nativo a soluzioni ibride grazie ad Azure Arc e Azure Stack. Le performance delle macchine virtuali sono competitive, e le zone di disponibilità garantiscono tolleranza ai guasti, anche se in alcune regioni la copertura può essere meno capillare rispetto ad AWS.

Google Cloud, sfruttando la stessa rete globale che alimenta prodotti come YouTube e Gmail, è in grado di offrire latenze estremamente basse e prestazioni elevate, soprattutto per applicazioni orientate al data processing. BigQuery, ad esempio, può analizzare terabyte di dati in pochi secondi senza necessità di provisioning esplicito di risorse. L’infrastruttura è ottimizzata per throughput elevato, rendendola ideale per intelligenza artificiale e data analytics. L’affidabilità è garantita da architetture distribuite e meccanismi di failover sofisticati, anche se la presenza globale di Google Cloud è meno estesa rispetto a quella di AWS e Azure.

Sicurezza e conformità

La sicurezza è un tema centrale nel cloud computing, e ogni provider ha costruito un ecosistema di protezione multilivello per assicurare la riservatezza, integrità e disponibilità dei dati. AWS si distingue per la maturità delle sue pratiche di sicurezza. L’intero stack, dalla rete al singolo workload, è progettato con un approccio di “security by design”, e include strumenti avanzati per la crittografia, il monitoraggio in tempo reale, la gestione delle identità (IAM) e l’automazione delle politiche di sicurezza. AWS è inoltre conforme a numerosi standard internazionali, come ISO 27001, SOC 1/2/3, HIPAA, e GDPR, e fornisce audit log dettagliati attraverso servizi come CloudTrail.

Microsoft Azure pone una forte enfasi sulla gestione centralizzata delle identità e degli accessi, facendo leva su Azure Active Directory, uno dei sistemi di identità più diffusi al mondo. Grazie all’integrazione con strumenti enterprise, Azure permette di applicare criteri di sicurezza coerenti tra ambienti cloud e on-premise. Le soluzioni di sicurezza includono il Security Center, che consente di rilevare vulnerabilità e suggerire misure correttive, oltre a una suite completa di strumenti per la protezione contro minacce avanzate. Azure è anche allineato con i principali requisiti normativi globali, e spesso scelto da settori regolamentati come la finanza e la sanità.

Google Cloud, infine, ha un approccio innovativo e incentrato sulla protezione dei dati sensibili. L’infrastruttura stessa è costruita con una forte enfasi sulla sicurezza fisica e logica, mentre strumenti come Identity-Aware Proxy e BeyondCorp ridefiniscono il concetto di accesso sicuro. GCP fornisce capacità avanzate per la prevenzione della perdita di dati (DLP), per il monitoraggio delle minacce e per la crittografia automatica sia at-rest che in-transit. Anche Google aderisce a tutti i principali standard di conformità, e si distingue per l’adozione precoce di pratiche di sicurezza derivate dal proprio ambiente di produzione interno.

Facilità d’Uso e documentazione

L’esperienza utente e la facilità d’uso rappresentano aspetti fondamentali per accelerare l’adozione del cloud, soprattutto nei team che non dispongono ancora di una maturità tecnica avanzata. In questo contesto, le differenze tra AWS, Azure e Google Cloud diventano evidenti già nei primi approcci.

Amazon Web Services è noto per offrire un’enorme varietà di opzioni e configurazioni, il che rappresenta un vantaggio per gli utenti esperti, ma può apparire inizialmente opprimente per i principianti. L’interfaccia utente della console AWS, pur essendo funzionale e potente, non è sempre considerata intuitiva. Tuttavia, AWS compensa questa complessità con una delle raccolte di documentazione più estese e aggiornate del settore, con tutorial, guide pratiche, esempi di codice e una base di conoscenza straordinaria che include anche corsi certificati e una vivace community di supporto.

Azure, d’altra parte, punta molto su un’esperienza integrata e familiare, soprattutto per coloro che hanno già confidenza con ambienti Windows e strumenti Microsoft. La console Azure Portal è graficamente più curata e spesso percepita come più semplice da navigare rispetto a quella di AWS. L’integrazione con Visual Studio, PowerShell e strumenti enterprise rende l’adozione più naturale in ambienti corporate. Inoltre, la documentazione ufficiale di Azure è ben strutturata, con esempi dettagliati e supporto linguistico per diversi framework e linguaggi.

Google Cloud Platform si distingue per la pulizia dell’interfaccia utente e per l’orientamento spiccatamente sviluppatore-centrico. La console GCP è moderna, chiara e minimalista, rendendo le operazioni quotidiane particolarmente scorrevoli. Google ha anche puntato molto sulla CLI (gcloud) e sugli SDK, pensati per chi desidera automatizzare o integrare i flussi di lavoro nei propri ambienti di sviluppo. La documentazione, sebbene meno ampia di quella di AWS, è molto ben scritta, con un tono diretto e pratico che rispecchia lo stile “developer first” di Google.

Ecosistema e integrazioni

L’ecosistema di un provider cloud rappresenta l’estensione naturale della sua piattaforma, comprendendo strumenti di terze parti, marketplace, modelli di distribuzione e capacità di interoperabilità con altri ambienti. In questo ambito, AWS si conferma il leader, grazie a un ecosistema vastissimo e maturo. Il suo Marketplace consente agli utenti di accedere rapidamente a migliaia di soluzioni pronte all’uso, dai software di sicurezza e monitoring, fino alle immagini containerizzate e configurazioni di machine learning. La compatibilità con strumenti open source, librerie di terze parti e ambienti DevOps è totale, e consente l’integrazione fluida in pipeline già esistenti.

Microsoft Azure beneficia della sua storica posizione nel mondo enterprise. Grazie alla profonda integrazione con l’intero stack Microsoft, Azure si innesta perfettamente con strumenti come Office 365, Dynamics 365, SharePoint, e SQL Server. Questo rende particolarmente vantaggiosa l’adozione del cloud in ambienti già costruiti su tecnologie Microsoft, permettendo una transizione graduale. Inoltre, Azure supporta una strategia ibrida più avanzata rispetto ai concorrenti, grazie a soluzioni come Azure Arc e Azure Stack, che estendono il cloud fino al data center locale.

Google Cloud Platform, pur avendo un ecosistema meno esteso in termini assoluti, si distingue per la profondità delle sue integrazioni con strumenti moderni e open source. Google ha contribuito attivamente alla nascita e allo sviluppo di tecnologie fondamentali come Kubernetes, TensorFlow e Istio, e questo si riflette nella qualità dell’esperienza nativa sulla piattaforma. L’integrazione con GitHub, Firebase e gli ambienti CI/CD è naturale e ben documentata, mentre la compatibilità con strumenti moderni di data science e AI è una delle migliori sul mercato.

Supporto e community

Il supporto tecnico e la forza della community sono due aspetti fondamentali per il successo operativo di un progetto cloud, soprattutto quando si verificano problemi critici o si desidera esplorare funzionalità avanzate.

AWS offre diverse opzioni di supporto, suddivise in piani che vanno dal livello base gratuito fino a pacchetti enterprise con risposte garantite in tempi brevi e supporto tecnico 24/7. Il costo di questi piani può diventare significativo, ma la qualità del servizio è elevata. In parallelo, AWS vanta una delle community più grandi e attive del mondo tech. Forum come Stack Overflow, Reddit, GitHub e lo stesso AWS Developer Forum sono pieni di discussioni, soluzioni ed esempi pratici. Inoltre, la disponibilità di corsi, certificazioni ufficiali e workshop rende la piattaforma accessibile anche a chi è agli inizi.

Azure si posiziona bene sul fronte del supporto, offrendo un’ampia gamma di opzioni, tra cui supporto tecnico personalizzato per clienti enterprise già integrati nell’ecosistema Microsoft. Gli utenti di Azure possono beneficiare di contratti di supporto condivisi con altre soluzioni Microsoft, il che semplifica la gestione tecnica e la risoluzione dei problemi in ambienti complessi. La community Azure, sebbene meno vasta di quella AWS, è in forte crescita, e la documentazione tecnica è supportata da blog ufficiali, forum MVP (Most Valuable Professional) e gruppi locali di utenti.

Google Cloud ha un’offerta di supporto più semplice ma ben strutturata, con livelli che variano dal supporto gratuito agli abbonamenti premium per grandi aziende. Il punto di forza di GCP risiede nella sua documentazione moderna e nel tono diretto con cui vengono proposte le soluzioni. La community, pur essendo la più giovane tra le tre, è altamente tecnica, con forte partecipazione da parte di sviluppatori open source e data scientist. L’ecosistema Google, inoltre, promuove eventi come Google Cloud Next e hackathon che rafforzano la community tecnica.

Quote di mercato (2025)

Il mercato del cloud nel 2025 continua ad essere dominato da una triade ben definita, anche se le dinamiche stanno lentamente cambiando. Amazon Web Services mantiene la sua posizione di leader, con circa il 31% del market share globale, grazie alla sua ampiezza di servizi, affidabilità e presenza capillare a livello mondiale. Nonostante l’ingresso di nuovi attori e la crescita della concorrenza, AWS continua a essere la prima scelta per grandi imprese, startup scalabili e istituzioni pubbliche.

Microsoft Azure ha visto una crescita costante, portandosi al 25% circa della quota di mercato. Questo successo è in gran parte dovuto all’estensione dell’ecosistema Microsoft, alle ottime offerte per ambienti ibridi e alla capacità di accompagnare le aziende nel percorso verso il cloud in modo progressivo. Azure si è dimostrato particolarmente forte nei settori enterprise, governativi e finanziari, dove la conformità e la sicurezza sono prioritari.

Google Cloud, pur rimanendo al terzo posto con una quota del 12%, continua a guadagnare terreno in settori specifici ad alta innovazione. La sua popolarità è particolarmente alta nel mondo delle startup, del machine learning, della ricerca accademica e della gestione dei dati. Sebbene la sua presenza non sia ancora paragonabile a quella di AWS o Azure, Google ha investito pesantemente in espansione globale e partnership strategiche per colmare il divario.

Conclusioni: Quale scegliere?

Arrivare a una conclusione definitiva su quale piattaforma cloud sia la migliore è impossibile senza un’analisi dettagliata delle esigenze specifiche del singolo progetto o dell’organizzazione. Le tre piattaforme — AWS, Azure e Google Cloud — rappresentano scelte eccellenti, ma ognuna eccelle in ambiti differenti.

AWS si rivela spesso la scelta ideale per le aziende che cercano maturità, flessibilità e ampiezza di servizi. È la piattaforma più collaudata, e offre soluzioni adatte praticamente a qualsiasi scenario, dai microservizi alle applicazioni mission-critical distribuite globalmente. Tuttavia, può risultare più costosa e complessa per team meno esperti.

Azure brilla per integrazione con l’ambiente enterprise, rendendolo perfetto per le organizzazioni che già utilizzano tecnologie Microsoft. La sua capacità di supportare ambienti ibridi, l’interfaccia familiare e la transizione facilitata sono elementi decisivi per molte aziende che si affacciano per la prima volta al cloud.

Google Cloud, infine, rappresenta una scelta strategica per chi opera nell’ambito dell’innovazione, dei big data e dell’intelligenza artificiale. La semplicità dell’esperienza utente, la potenza degli strumenti analitici e la vicinanza all’open source lo rendono particolarmente adatto a startup tecnologiche, sviluppatori indipendenti e team di ricerca.

La tendenza attuale, infine, vede molte aziende orientarsi verso strategie multicloud o ibride, sfruttando i punti di forza di ciascun provider per ottimizzare costi, performance e affidabilità. In un mercato in rapida evoluzione, la flessibilità e la capacità di adattarsi rimangono le chiavi per una scelta cloud vincente.

Non esiste un vincitore assoluto: la scelta tra AWS, Azure e GCP dipende fortemente dal contesto specifico, dagli obiettivi aziendali, dalle competenze del team e dal budget. Per molti, un approccio multicloud o ibrido rappresenta oggi la scelta più strategica. È fondamentale effettuare test, proof of concept e valutazioni di costo/prestazioni prima di impegnarsi con un singolo provider.

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